Ovvero, dell'Italia che non funziona. Ovvero, delle perversioni della cooperazione.
La Banca Popolare di Spoleto (BPS) è una cooperativa, come tutte le popolari. Ma è anche una banca.
Come tale, è sottoposta alla vigilanza di Banca d'Italia. La quale, circa un anno fa, nel novembre 2010, rilevando diverse anomalie nella gestione della BPS, ha chiesto di allontanarne il Presidente. Trattasi di Giovannino Antonini, sordido personaggio da sottobosco locale, tra clientele da prima (e seconda) repubblica e altri intrecci massonici.
La Banca Popolare di Spoleto (BPS) è una cooperativa, come tutte le popolari. Ma è anche una banca.
Come tale, è sottoposta alla vigilanza di Banca d'Italia. La quale, circa un anno fa, nel novembre 2010, rilevando diverse anomalie nella gestione della BPS, ha chiesto di allontanarne il Presidente. Trattasi di Giovannino Antonini, sordido personaggio da sottobosco locale, tra clientele da prima (e seconda) repubblica e altri intrecci massonici.
Antonini non si è scomposto. Prima ha fatto dimettere il direttore della banca, Alfredo Pallini, ritenuta da tutti persona seria e competente. Poi, quando il pressing di Bankitalia è aumentato, ha fatto un piccolo passo indietro ma è riuscito a conservarsi una poltrona preziosa come presidente della Spoleto Credito e Servizi. Dalla quale in questi mesi ha manovrato per la sua rielezione.
Puntualmente avvenuta da parte dell'assemblea della banca popolare di sabato 17 dicembre 2011. Con la partecipazione di 1500 soci, che compatti hanno votato l'unica lista presentata, che prevedeva appunto Antonini presidente.
Una bella sconfitta per Banca d'Italia, per il territorio in cui lavora la BPS, per la cooperazione e l'idea stessa di democrazia economica.