I fondi del Corriere della Sera

Fondi pensione invece del Tfr? Ahi, ahi, ahi! Qualcuno ha un analgesico da prendere insieme alla modernità? E’ vero, leggere il giornale di oggi fa un po’ incazzare. Ma mai quanto leggere il giornale di ieri: un esercizio sempre istruttivo. Tre esempi dal Corriere della Sera, tanto per gradire. Leggere solo se la pressione sanguigna è sotto controllo: mai come oggi il titolo Ecoballe è stato azzeccato.

Corriere della Sera, Francesco Giavazzi, articolo di fondo intitolato “La politica imprevidente”. 24 ottobre 2007. Giavazzi se la prende con il governo Prodi che non fa abbastanza per spingere i lavoratori dipendenti a passare dal Tfr in azienda ai fondi pensione: “Mi sarei aspettato che in queste settimane il governo lanciasse una campagna di informazione per spiegare ai lavoratori l’importanza di questa scelta e i rischi del non scegliere. Che approfittasse di questa scadenza per spiegare ai giovani che fra trenta, quarant’anni quando andranno in pensione, l’Inps non esisterà più e la loro vecchiaia dipenderà da quanto avranno risparmiato e da come avranno investito i loro risparmi. Che accettasse la sfida del Governatore della Banca d’Italia e riducesse, anche di poco, i contributi obbligatori, consentendoci di investire direttamente una parte del risparmio che oggi dobbiamo obbligatoriamente affidare all’Inps”.

Corriere della Sera, Riccardo Cesari, analisi economica intitolata “Quanto rende far lavorare la liquidazione”. 25 giugno 2007. I fondi pensione? Un toccasana! Ecco cosa c’era scritto: “Nel medio-lungo periodo si ritiene che il fondo pensione presenti una redditività lorda più elevata di quella garantita dal Tfr”. E ancora: “L'adesione esplicita con contribuzione permette di sfruttare il contributo datoriale e la favorevole tassazione e accumulare così, nelle ragionevoli ipotesi fatte, un montante netto tra il 30% e il 50% più elevato rispetto al Tfr lasciato in azienda”.

Corriere della Sera, Roberto E. Bagnoli, analisi economica intitolata “I fondi restano in corsia di sorpasso”. 15 gennaio 2007. La sostanza: i fondi invece del Tfr? Che figata! Diceva: "Le casse di previdenza aziendali e di categoria vincono ancora una volta la sfida con il Tfr, anche se non riescono a ripetere gli ottimi risultati del 2005. Dopo l'avvio della riforma, intanto, interesse e attenzione dei lavoratori crescono a ritmo sostenuto. Nel 2006 si è attestato al 4% il rendimento medio netto dei fondi pensione chiusi, poco più della metà rispetto al 7,9% del 2005, ma comunque sopra il 2,5% offerto dal Tfr”.

Bene, ora sapete da chi farvi rendere i soldi. Corriere della Sera, Milano, via Solferino. Citofonare redazione economica.


Alessandro Robecchi da www.sbilanciamoci.info

Un sistema di malcostume

"Tra interventi del governo, norme salvamanager infilate nottetempo nelle pieghe dei decreti, grandi manovre nelle banche, in Italia sembra esserci aria di ricompattamento di un sistema di potere" afferma l'intervistatore.

"Io lo definirei un sistema di malcostume, più che di potere. Sicuramente capace di alleanze e di influenze su piu' livelli, politico, industriale, bancario. Ma non sono piu' i poteri forti di qualche anno fa. Questi sono poteri fragili".

Guido Rossi, 9 novembre 2008.

Non toccare il biologico dei preti...

Buono il biologico, ne consumo sempre, quando posso.
Poi, adesso, il prezzo non è più un problema, visto il valore del resto dei mercati...
Ma attenti al biologico dei preti.
Può far male. E anche a criticarlo si rischia.
Leggere per credere!