2010

Ben arrivato. Cresci in fretta e fatti robusto. Chè l'accoglienza che troverai non sarà delle migliori.

Le tentazioni del diavolo che portano alla rovina (gli altri)

E' evidente che al PD non gliene frega niente dei propri elettori. Dunque della propria sopravvivenza. Dunque della vittoria alle elezioni. Perciò fa di tutto per perdere la Provincia di Roma, la Regione Lazio, la Regione Puglia, il Comune di Bari ecc.

La cosa pare assurda, in sé.
Ma bisogna guardarla dal verso giusto, superando l'abbaglio iniziale. Il PD non è un partito, la classe dirigente che lo guida non è migliore della precedente (e neanche diversa, l'addio di Rutelli non è stato sufficiente). Dunque, non gli si può chiedere di comportarsi per ciò che non è.

Se, invece, il PD esistesse, avrebbe ragione Luigi Nieri nel sostenere che il «caso Vendola» deve diventare una questione nazionale. Secondo l'assessore laziale "Ci vuole coraggio. Solo se si ha coraggio si può far diventare la vicenda pugliese una questione nazionale della sinistra italiana. In questi mesi abbiamo accumulato paure di vario genere che ci hanno posto in una rischiosa condizione di subalternità al Pd. Due mesi fa dovevamo raccontare a squarciagola all'elettorato democratico e di sinistra che quelli del Pd stavano facendo giochi sporchi per far fuori Nichi Vendola. Il Pd di Bersani vuole farlo fuori, diciamocelo, perché all'Udc non piace un governatore di sinistra, che si oppone alla privatizzazione dell'acqua, che estende il welfare alle coppie non sposate, che è dichiaratamente omosessuale. Un governatore che ha cacciato il suo vicepresidente dalemiano perché sfiorato dall'inchiesta Tarantini-D'Addario."

Ma il paese va da un'altra parte. Il PD l'ha capito, e di rimboccarsi le maniche per fargli cambiare traiettoria non ha alcuna voglia...

Viene in mente il Parnassus di Terry Gilliam, che voleva ingannare il diavolo e non si accorgeva che per ogni piccola propria pulsione che riusciva a soddisfare, l'umanità perdeva pezzi interi di conquiste. Ma paragonare Parnassus a Massimo D'Alema sembra troppo, anche per l'eccesso di autostima del personaggio pugliese...

Passate le feste... la sorpresa del costo del credito

Il 24 dicembre, sperando forse di occultarlo tra spumanti e panettoni, il Ministero dell'Economia ha pubblicato i nuovi tassi medi delle operazioni di credito, utili a rilevare la soglia sopra la quale scatta il reato di usura (basta moltiplicarli per 1,5).

La rilevazione era assai attesa - almeno dagli adetti ai lavori - perchè nell'agosto scorso la Banca d'Italia ha cambiato le regole di rilevazione (e dunque misurazione) di tali tassi, introducendo nel loro conteggio anche tante spese che il finanziato sostiene ma che, poichè tecnicamente non hanno a che fare col prestito, finora erano escluse dal computo dei tassi medi (polizze assicurative, costo di mediazione, commissioni di massimo scoperto...).

Di fatto, colmando una lacuna lamentata da tempo, è stato avvicinato il concetto di tasso annuo effettivo globale (TAEG) a quello di tasso effettivo globale medio (TEGM).
Ne esce fuori che ora il costo del credito è più chiaro. E assai più alto di quanto potesse apparire.

Uno sconto commerciale, che fino al 31 dicembre è tarato su una media del 6,48%, per il prossimo trimestre ha un valore del 10,26% (+58%). I prestiti personali passano dal 9,77% al 12,53% (+28%). Stesso aumento per la cessione del quinto, passata da 12,04% a 15,43%.
E poi si scopre che alcune voci prima non registrate, come gli scoperti di conto corrente non autorizzati (dunque senza affidamento) hanno un costo medio vicino al 20% (19,96).
Si arriva così a dei tassi che per essere usurari devono toccare il 30%!

Difficile fare confronti col passato, visto il cambio di metodologia statistica.
Ma certo appare utile questa nuova misurazione che - ainoi - sembra avvicinare molto le statistiche ufficiali al sentire comune di chi si rivolge al sistema finanziario alla ricerca di un prestito.

Banca etica cresce

Dati di fine anno molto soddisfacenti per il Gruppo Banca Popolare Etica: nonostante la pesante crisi, i finanziamenti accordati da Banca Etica sono cresciuti nei primi undici mesi dell'anno di quasi il 25% rispetto a fine 2008 a 535 milioni.

La raccolta di risparmio e' aumentata di circa il 6% mentre il patrimonio gestito affidato alla societa' del Gruppo, Etica Sgr, ha avuto un boom con un +35% con rendimenti sopra i benchmark per i Fondi Valori Responsabili e per il fonto pensione Aequitas.

In undici mesi il capitale sociale di Banca Etica e' cresciuto del 14%, sfiorando i 26 milioni conferiti da 33mila soci. Il dato sulle sofferenze e' contenuto allo 0,6% contro l'1,92% calcolato dall'Abi per l'intero sistema.

Motivi in più per tenere d'occhio i futuri assetti di governance della banca.

Zingaretti e il Condor

Nicola Zingaretti ha detto no. Cioè ha deciso di non candidarsi a Presidente della Regione Lazio. Dunque a dimettersi da Presidente della Provincia di Roma.

Quindi a consegnare entrambe le istituzioni al centrodestra, secondo un folle schema iterativo del centrosinistra capitolino.

Il sondaggio del Condor diceva più o meno questo: il 72% dei votanti era contrario alla candidatura perchè così si sarebbero perse Regione e Provincia; il 18% era possibilista; il 9% ha dichiarato che in quel caso non sarebbe andato a votare.

Nicola Zingaretti ha dato un'occhiata al Condor?
No, forse si è solo fato un esame di coscienza...

Recessione e flessione

Thomas L. Friedman è un noto giornalista di economia. Recentemente ha pubblicato un interessante articolo sul New York Times a proposito dell'economia "fai da te".

Portando casi concreti di come alcune aziende si barcamenano nella crisi, soprattutto grazie ai progressi tecnologici, dunque all'aumento di produttività, evidenzia anche come la stretta creditizia freni le possibilità di crescita (dunque di ripresa).

Senza capitali "coraggiosi" (o banalmente lungimiranti), senza fiducia nelle idee e nelle competenze, senza la capacità di riconoscere i buoni progetti da quelli campati per aria, la crisi difficilmente passerà.

Leggere (in inglese, sorry) per credere.

La classifica dei peggiori (scudieri)

Torniamo su un argomento caro a chi abbia un po' di senso civico: lo scudo fiscale.

Banca Popolare Etica è stata l'unica ad annunciare che non avrebbe accolto i capitali rientrati in Italia grazie allo scudo fiscale. Una bella scelta. Non seguita dalle concorrenti, anzi.

Oggi ci sono i primi numeri che misurano la classifica dei peggiori difensori dell'equità e della giustizia fiscale.

Dallo scudo fiscale Intesa Sanpaolo ha raccolto complessivamente 9 miliardi di capitali, di cui 3,5 tramite banca Fideuram e altri 2 tramite la fiduciaria Sirefid.

L'elvetica Ubs ha raccolto 5,6 miliardi, recuperando molto di quanto ceduto negli ultimi mesi, mentre sono 4,5 i miliardi di euro "scudati" da Cordusio Fiduciaria (gruppo Unicredit), il 95% dei quali costituiti da rimpatrio fisico.

Tra le altre strutture 2,4 miliardi sono stati raccolti dal Banco Popolare, 2,2 da Mps, 2,1 da Banca Generali, 2 da Ubi, 1,5 da Banca Esperia e 1 miliardo di euro da Azimut.

Si calcola che su ogni euro rientrato le banche abbiano lucrato fino all'1%. Fate due calcoli: una bella tangente sull'evasione fiscale!

Molte di queste (come Ubi, banca del presidente dell'ABI, Corrado Faissola) son tra quelle che chiedono sgravi fiscali al governo per attenuare l'effetto della crisi. Il pudore, tra i banchieri, non ha ancora fatto breccia...


Poveri poveri

Questo post fa il paio (triste) col precedente...

E' stato pubblicato il nuovo rapporto della Commissione di indagine sull'esclusione sociale. L’area del disagio si allarga oltre le famiglie che stentano ad arrivare a fine mese e a quelle cosiddette “vulnerabili”. Perché ai quasi 5,4 milioni di famiglie italiane (il 22,2% del totale pari a circa 19 milioni di persone) che, secondo l’Istat, si trovano in una condizione di acuta deprivazione materiale e di profondo disagio sociale, andrebbero aggiunti gli oltre 1,8 milioni di “famiglie giovani gravate dal mutuo per la casa”, formalmente classificabili tra i redditi “medio-alti”. Si tratta – si legge nel Rapporto – di famiglie teoricamente distanti dalla soglia di povertà relativa e anche da quella di “quasi-povertà”, ma di fatto esposte a fattori di disagio gravi che ne assimilano gli stati d’animo e i comportamenti alle aree socialmente più penalizzate.

Il 56,5% di queste famiglie dichiara di arrivare “con qualche difficoltà” alla fine del mese e una quota appena meno elevata non è riuscita a risparmiare (salvo, ovviamente, che per il risparmio implicito nell’accensione di un mutuo), sia pure senza intaccare il patrimonio (il 54,6%). Questa fascia di popolazione si concentra al Nord e al Centro (10% in Lombardia, 9,7% in Toscana) ed è costituita da coppie con almeno un figlio minore nel 45,1%, mentre il breadwinner è spesso giovane (per il 63,2% non supera 44 anni) e svolge un lavoro come dipendente a tempo pieno (60,1%).

Insomma, si tratta delle potenziali vittime della crisi economica – avverte il Rapporto – perché è su di essi che i processi di declassamento economico e sociale determineranno i maggiori effetti di logoramento con forme inedite di impoverimento e di emarginazione. L’attenzione – secondo la Commissione – va dunque puntata sulla formazione di “nuove povertà” o “di fino a ieri imprevedibili figure di nuovi poveri”, refrattari alle tradizionali misure di contrasto della povertà ed esclusi dai sussidi e dalle altre forme di benefit riservati alle povertà consolidate.

Clicca qua per scaricare il rapporto.

Indebitamento che cresci, indebitamento che vai...

Il 33,7% delle famiglie italiane e' indebitato. E circa il 21% ha 'sulle spalle' piu' di un finanziamento. E' quanto emerge dal Rapporto sul risparmio curato da Bnl e dal centro di ricerca 'Luigi Einaudi'. Il 62,7% delle famiglie indebitate (pari 21,1% del totale del campione intervistato) ha fatto ricorso al credito al consumo, mentre l'8,9% delle famiglie ha scelto la strada della cessione del quinto dello stipendio. Il 47,6% delle famiglie e' indebitata, invece, per esigenze di lungo periodo, e in particolare per mutui per l'acquisto dell'abitazione.

Il Rapporto sottolinea la vulnerabilita' di ''una quota non trascurabile di famiglie indebitate'': negli ultimi 12 mesi hanno gia' sperimentato una situazione di 'tensione finanziaria' (ovvero hanno trovato forti difficolta' a far fronte ai pagamenti) circa il 18% delle famiglie con mutuo, il 23,3% di quelle con prestiti personali e il 36,5% di quelle che hanno ceduto il quinto dello stipendio o della pensione.

Che ci sia un problema di politiche del reddito? Questo il rapporto non lo dice, non esplicitamente almeno. Ma appare evidente che la leva finanziaria, ormai da 10-15 anni (e non è solo colpa di questa crisi, dunque) sta supplendo ad un deficit strutturale del welfare: manca il sostegno al reddito per i precari nelle fasi di magra, per i disoccupati di lunga durata, per i giovani che vogliano andarsene di casa...

Le disuguaglianze crescono. Le opportunità calano. E la politica sta a guardare.

In memoria di Paul Samuelson

Il ricordo di Paul Samuelson resterà indelebile per generazioni di economisti. Semplicemente, è stato il massimo economista del Novecento, insieme a John Maynard Keynes.

Ha contribuito a rifondare la disciplina economica su basi matematiche nuove e più rigorose.

Ma non c'è campo dell'economia in cui non abbia lasciato risultati fondamentali, imprescindibili punti di riferimento per chi è venuto e verrà dopo di lui. In tutto, ha avuto la semplicità della grandezza, non solo nell'eleganza dei suoi modelli, ma anche nella vita quotidiana. L'articolo de lavoce.info.

Dalla Carifac a Banca Etica, accendere i fari sulla finta democrazia in banca

La cordata di imprenditori (Francesco Merloni, Gennaro Pieralisi, Mario Pesaresi) che si oppone al passaggio della Cassa di risparmio di Fabriano e Cupramontana sotto il controllo di Veneto Banca, ha comunicato alla Banca d'Italia di aver raccolto ''moltissime segnalazioni'' secondo cui personale della Carifac starebbe chiedendo in questi giorni ad azionisti-clienti di delegare la banca stessa a rappresentarli all'assemblea dei soci del prossimo 18 dicembre, data in cui si gioca il destino della Carifac: all'ordine del giorno dell'assemblea c'e' il voto sulla ricapitalizzazione (da 140 milioni di euro) che, in pratica, produrrebbe l'acquisizione della Carifac da parte di Veneto Banca.


''La richiesta fatta dalla banca agli azionisti-clienti non e' corretta - sostiene Pesaresi -, perche' la banca non e' azionista di se stessa. Se qualche azionista che ne ha titolo vuole fare la raccolta delle deleghe, manifesti la propria posizione ed esca pubblicamente con comunicati nei quali spieghi il perche' richiede il supporto da parte degli altri azionisti''. ''E poi, che in una situazione particolare di crisi come quella attuale, che personale della Carifac chieda deleghe a clienti ai quali e' stato dato un affidamento, non e' corretto'', ribadisce Pesaresi, domandandosi, inoltre, ''se i signori della banca che si stanno adoperando in questo modo sono convinti di stare facendo una cosa lecita''.

La notizia lascerebbe il tempo che trova se non ricordasse da vicino le pratiche di democrazia interna della moralmente ambiziosa Banca Popolare Etica.
Il prossimo maggio si eleggerà il nuovo Cda, finalmente uscirà di scena il presidente Salviato e altri consiglieri della vecchia guardia: Cavani, Silva ecc.

E' dal lontano 1995 che ad ogni elezione strategica di Banca Etica (che sia per il Cda o per il Comitato etico), si verificano esattamente pratiche di questo tipo: pacchetti di voti gestiti e smistati da cordate di soci su anonimi delegati; pressioni di qualche dirigente della banca sui soci finanziati (dunque non proprio in grado di difendersi); calcoli e complessi incroci di voti dei soci fondatori degni di ben altre poltrone per assicurare che le cariche "designate" non siano minacciate.

Fabio Salviato, presidente-padrone della banca, che ha generato l'insofferenza di più di qualche socio, è il principale responsabile di tutto ciò. Ma, certamente, non da meno sono coloro che finora lo hanno "assecondato": dagli altri consiglieri uscenti, alle grandi associazioni nazionali che pure siedono in Consiglio, alla vecchia squadra padovana della banca.

La cosa buffa - e deprimente per chi crede nella possibilità di costruire modelli economici alternativi - è che Salviato si appresta a continuare a governare la banca da fuori. Presidente, etero-scelto, sarà Ugo Biggeri, quello di Terra futura. Non proprio un uomo nuovo, essendo stato già in tre consigli ed avendo - casualmente? - saltato lo scorso giro, forse per non incorrere nel limite dei quattro mandati e dunque poter ora ambire al trono.

Su tutti gli altri, ancora poche certezze. Pare che diversi degli uscenti - alcuni dei quali forse troverebbero ostico spiegare come hanno impiegato gli ultimi tre anni - si ricandideranno. Perchè la faccia tosta non ha limiti oppure perchè gli interessi sottostanti sono più rilevanti di quanto sembri?

Il Condor seguirà questa vicenda, cercando di accendere i fari giusti nei momenti giusti.

La bacchetta magica di Morganti per il flop di Banca Prossima

Banca Prossima, banca del gruppo Intesa Sanpaolo specializzata sul non profit (il cui amministratore delegato continua a usare l'inesistente e insignificante termine "no profit"), ha raggiunto a 500 giorni dalla sua nascita masse amministrate per 1 miliardo e 7.000 clienti. Sarebbe una notizia?

No, anzi, è la dimostrazione del flop di un'operazione pensata male e condotta - finora - peggio. Non a caso, la scelta comunicativa è quella di non parlare degli impieghi, ma della massa amministrata, che vuole dire anche tutti i depositi e i conti correnti.

Il che, considerando che la Banca ha ereditato dal Gruppo di appartenenza i grandi clienti ecclesiastici, mostra quanto poco - finora - il progetto abbia funzionanto. Una CEI, qualche ordine religioso ed ecco che è facile arrivare al miliardo di raccolta.

Ma il terzo settore dove starebbe? Lo sa il signor Morganti, amministratore delegato della banca (quello che continua a dire no-profit) che la stessa Chiesa cattolica non si considera parte del terzo settore? Noncurante di tali sottigliezze, il Morganti avrebbe dichiarato di ambire a raggiungere il 26% del totale del "no-profit" (aridaje, ci sarebbe da bocciarlo) in Italia. Sulla base di quale parametro?

Facciamo due conti: se prendiamo il numero di organizzazioni, le 7000 di oggi pesano sulle 235 mila totali per il 2,98%; se prendiamo il giro di affari, il miliardo gestito pesa sui 40 miliardi complessivi del terzo settore per il 2,5%.

Con quale bacchetta magica Morganti pensa di portare Banca Prossima al 26%?

Finalmente: le banche a favore della tassazione delle rendite

Il sistema bancario italiano, per effetto della crisi finanziaria ed economica, va "verso i 20 miliardi di rettifiche sui crediti", contro i 5,5 miliardi di fine 2007. Lo ha detto il presidente dell'Abi, Corrado Faissola, nel corso di un'audizione davanti alle commissioni riunite Finanze e Industria del Senato sui primi risultati della moratoria sui debiti delle pmi. Faissola ha quindi fatto appello a Governo e Parlamento perche', "se si vuole che il sistema bancario resti solido e contribuisca alla ripresa economica, e' necessaria una politica fiscale coerente con questa linea. Sono cosciente delle difficolta' del bilancio pubblico - ha detto Faissola - ma servirebbe una riduzione strutturale del carico fiscale per trovare soluzioni che ci facciano almeno vedere la fine del tunnel, perche' per il futuro abbiamo davanti ancora anni di gravi perdite".

Per Faissola, inoltre, e' proprio "il trattamento fiscale ad indurre le banche a fare operazioni finanziarie e meno il proprio ruolo di sostegno all'economia".

Dunque, c'è da attendersi, le banche sosterranno le proposte per una maggiore tassazione delle rendite...

Governatori...coi Baffi

Mario Sarcinelli rompe il silenzio, dopo trent'anni, sulla disavventura giudiziaria che lo colpi' nel '79 quando era Vicedirettore generale della Banca d'Italia assieme all'allora Governatore Paolo Baffi.

"Anche se non l'ho rimosso non mi piace parlarne o sentirne parlare perche' ravviva - afferma con evidente emozione parlando a Palazzo Koch nella giornata in cui la Banca d'Italia celebra il ventennale dalla scomparsa di Baffi - con la sofferenza inflitta a me e alla mia famiglia, lo sdegno per le ingiustizie di cui gli ordinamenti del nostro Paese sono capaci". "Sono sempre ricordato per un incidente, grave, che nella temperie degli anni '70 e '80 occorse a molti, certamente a troppi".

Sarcinelli nel marzo del '79 venne incriminato assieme a Baffi per una vicenda legata ai finanziamenti concessi dal Credito industriale sardo (passo' anche due settimane agli arresti) dalla quale fu completamente prosciolto due anni dopo. Sarcinelli ricorda di Baffi "il fascino di un uomo austero, che vestiva una maschera quasi di sacerta'" ma che aveva una piena umanita': "un uomo nel senso pieno della parola".

Nella testimonianza fatta da Sarcinelli a Palazzo Koch, alla presenza del Governatore Mario Draghi e della famiglia di Paolo Baffi, c'e' anche il ricordo di un incontro del Governatore Baffi e dello stesso Sarcinelli al Tesoro con l'allora ministro Gaetano Stammati (democristiano e piduista). Sono gli anni, a meta' degli anni '70, afferma Sarcinelli, della "serrata dialettica che opponeva il ministero alla Banca d'Italia". In quell'occasione "a Stammati che era solito alternare 'aspre rampogne a stomachevoli carezze' sulla mano del Governatore, Baffi reagi' in modo brusco: dopo aver detto che era pronto a trarre le conclusioni dal permanere del disaccordo, si alzo' di scatto e si avvio' verso la porta".

L'amico di Marx

Pare che vi siano nuove luci sul ruolo di Engels nella vita di Marx. I due autori del Manifesto del partito comunista, certamente tra i pensatori politici più influenti degli ultimi due secoli, erano amici. E questo si sa.

Meno noto, forse, il fatto che Engels fosse la pecora nera di una prosperosa famiglia capitalista protestante (attiva nel campo del cotone). Per questo fu mandato a studiare a Berlino, dove incontrò Marx e le sue idee. Da lì in poi, pur con le sue forti diversità - di estrazione, carattere e spessore intellettuale - divenne il principale sostenitore (anche economico) del teorico del comunismo.

Il tutto è ben raccontato in una originale e interessante biografia uscita per il momento solo in inglese: Marx's General. The Revolutionary Life of Friedrich Engels, di Tristram Hunt, Metropolitan Books, August 2009.

Lobby senza soldi

Pare che negli Usa le lobby siano in difficoltà per colpa della crisi. Anche loro. Un articolo del Washington Post dice che nel secondo trimestre 2009 le principali spese sono state rivolte al settore della sanità (263 milioni di dollari per sola lobby!), con una riduzione rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente del 9%. Non poco nell'anno della grande riforma di Obama...

Vengono poi la finanza (222 milioni, con un calo del 5%), l'energia (201, -16%), le comunicazioni (182, -6%), i trasporti (123, -6%).

Sarebbe bello avere stime simili per l'Italia. Ma non esistono (neanche per l'Unione europea). Un altro dei segni evidenti della nostra arretratezza culturale, in cui corruzione e affarismo si mescolano perfettamente con la falsa morale, che afferma la lobby - un po' come la droga - essere una cosa brutta, da proibire: non importa se poi tutti la fanno lo stesso e senza alcuna regola.

Corruzione e moralismo: due materie di cui restiamo tristi leader tra i paesi Ocse.

Scudieri pericolosi

Sono tanti gli scudieri che offrono sul web i loro servizi. Da Banca Mediolanum a Staf, da MoneyReport a tanti studi legali. Anche perchè ormai il tempo per beneficiare dello scudo fiscale stringe: resta solo fino al 15 dicembre per fare la propria richiesta.

Poco importa che perfino il Wall Street Journal abbia denunciato l'anomalia italiana di una misura una tantum che pure altri paesi adottano, di tanto in tanto. L'Italia è l'unico stato - però - in cui il rientro di capitali usciti illegalmente non costa nulla.

Così almeno pensa il rappresentante di una banca privata svizzera (che ha quattro filiali in Italia), la Pictet & Cie: "Il condono italiano è più favorevole al contribuente di qualsiasi misura studiata in altri paesi".
Forse perchè gli altri non hanno un commercialista a Ministro dell'economia?

Fascista vero

"Questi ebrei disgustosi. Devo distruggerli tutti [...] Sono stato razzista fin dal 1921 [...] Devo massacrarli, proprio come hanno fatto i Turchi con gli Armeni".

Parole di Benito Mussolini, tratte dal diario di Claretta Petacci, sua compagna a testa in giù a Piazzale Loreto. A qualche revisionista suoneranno scomode. Qualcuno dirà che sono false.

Finalmente i mille dellutri-gasparri-larussa-alemanno della situazione non potranno più nascondersi dietro a un dito: Mussolini non era e non è stato affatto più umano di Hitler, era solo italiano, dunque più scarso nella preparazione, meno capace ed efficace a programmare, ampiamente meno incisivo nella propria politica.

Non era questione di umanità
, ma di coglionaggine, e qualcuno negli ultimi sessant'anni ha provato ad approfittarne per riabilitarlo.

L'anno che verrà

Comincia spietato il gioco del fine anno e, dunque, dell'inizio del nuovo. Come lo vuoi, cosa ti aspetti, quali speranze, paure, preoccupazioni.

Per dire qualcosa di meno scontato e stupire gli amici con un po' di intuizioni originali nei giorni delle feste, il Condor consiglia la lettura delle pagine a ciò dedicate dall'Economist.

A partire dalle riflessioni del corrispondente italiano su un leader eterno...

Crimine economico, vecchio compagno di crisi

PricewaterhouseCoopers conduce da dieci anni un'indagine sui crimini economici. L'ultima è basata su 3 mila risposte di imprese operanti in 54 paesi. I risultati sono allarmanti. Un terzo dei rispondenti ha dichiarato di aver subito almeno un crimine economico nell'ultimo anno. Tale incidenza è ben maggiore nei paesi in via di sviluppo (soprattutto Russia), nei settori finanziario e delle comunicazioni, nelle grandi compagnie e nelle imprese pubbliche.

La frode e la corruzione sono le due fattispecie più denunciate. In particolare, le frodi commesse dai quadri manageriali delle imprese monitorate sono salite dal 26% del 2007 al 42% del 2009. In Italia sono cresciute del 15%!

I top manager, in generale, sembrano poco toccati dal problema: solo il 26% di essi ha lamentato la presenza del problema, contro il 34% dei loro subordinati.
In generale, guarda caso, la maggiore presenza di crimini economici si è verificata nelle imprese in cui le remunerazioni sono collegate alla performance. Forse è per questo che i manager sono distratti?

Nobel da pazzi


Ogni anno, insieme ai Nobel veri e propri, vengono assegnati anche gli IG Nobel. Si tratta dei premi per le ricerche più assurde. Nel 2009 sono stati premiati, tra gli altri:

per la categoria Pace: Stephen Bollinger, Università di Berna, per aver dimostrato che per spaccare un cranio, una bottiglia di birra vuota è più efficace di una piena;

per la Biologia: Fumiaki Taguchi, Università di Kitasato, per aver dimostrato che i batteri estratti dalle feci del panda gigante possono ridurre gli scarti di cucina del 90 per cento;

per la Letteratura: la polizia irlandese, per aver intestato 50 multe a Prawo Jazdy, che in polacco significa patente di guida;

per la Medicina: Donald Unger, della California, per aver dimostrato - scrocchiandosele due volte al giorno per sessant’anni - che scrocchiarsi le nocche delle mani non fa venire l’artrite;

per la Matematica: Gideon Gono, governatore della Banca centrale dello Zimbabwe, che ha stampato valuta da un centesimo a centomila miliardi di dollari locali mentre l’inflazione saliva a tassi del 231 milioni per cento.

Non ci siamo Dottor Rossi

A quanto pare, Guido Rossi comincia ad essere colpito dal virus dello spirito di contraddizione: quello dei bambini fino a 3 anni o dei vecchi sopra i 70...

Il giurista ed ex presidente Telecom ha espresso il suo voto, quattro in una scala da uno a dieci, oggi a Trieste nell'ambito dei Nobels Colloquia. Ed ha bocciato l'azione economica del Presidente degli Stati Uniti, Barack Obama ''perche' non ha il New Deal''. Fino a qua, se ne può parlare.

''Ho bocciato Obama in modo drastico - ha spiegato ai giornalisti - solo sulla politica economica, non sul resto. Ho un'enorme stima di Obama, ma e' vittima di Wall Street''. Rossi ha ricordato quello che fece Roosevelt nel 1933. ''Nel giro di qualche mese, e non in un anno - ha ricordato - fece due cose: il Glass-Stegal Act, in cui divise le banche commerciali da quelle di investimento, e la Security Change Commission per il controllo dei mercati finanziari''.

Ma poi il Prof. Rossi, ha promosso l'azione del Governo di Silvio Berlusconi.
Quanto all'operato del Governo italiano, Rossi ha detto che ''per il momento ha fatto le cose che doveva fare''. Forse, il Professore, negli ultimi mesi è stato distratto dagli Usa e ha guardato poco all'Italia. Per rinfrescargli le idee, il Condor consiglia l'ultimo lavoro della campagna Sbilanciamoci!

Tutti comunisti, senza dubbio

Secondo Reporter senza frontiere, l’Italia è al 49-esimo posto nel mondo per libertà del sistema dell’informazione.

Peggio di noi fanno Romania, Bulgaria, Croazia, Turchia e Russia. Nel 2008 eravamo 5 posti sopra. Tra gli altri, la Polonia ci ha superato nell’ultimo anno.

E meno male che ogni anno ci viene chiesto di pagare un canone per sostenere un sistema radiotelevisivo pubblico…