Stop alla finanza creativa degli enti locali?

Secondo la Corte dei Conti è incostituzionale (in riferimento all'art. 119 della nostra Carta) il comportamento degli enti locali che non iscrivono in bilancio le perdite derivanti dagli strumenti finanziari derivati.

La Corte dei Conti ha precisato che non vale - ed evitare la irregolarità contabile - richiamare la circolare 6301/2007 del Ministero dell'Economia (Governo Prodi, si badi bene), secondo cui "i derivati non costituiscono indebitamento".

Invece, le perdite da derivati relative al "mark-to-market" devono essere iscritte in bilancio al Titolo I, intervento 8, in qualità di spesa corrente di natura straordinaria.

Se ciò non viene fatto, l'ente in sostanza finanzia una spesa corrente attraverso una forma di indebitamento indiretto, in violazione dell'art. 119 della nostra Costituzione.

Vero che ormai è quasi carta straccia, ma almeno della Costituzione avranno timore gli spericolari finanzieri che giocano negli enti pubblici con i soldi altrui (cioè quelli dei cittadini)?

Ricordo in proposito la campagna di Finansol.it, per la trasparenza nell'uso dei derivati.

Un Robin Hood "a la Brecht"

Racconta il corrispondente da Madrid dell’inglese Guardian che un certo Enric Duran, che si fa chiamare Robin Hood, si è negli ultimi tempi autonominato vendicatore delle vittime della crisi finanziaria.
Egli in sostanza ruba agli istituti finanziari per distribuire quindi il denaro così ottenuto ai gruppi attivisti che combattono le malefatte delle banche del paese.

In un giornaletto che sta facendo circolare egli racconta come ha fatto a farsi prestare circa 500.000 euro in totale da 39 banche del paese, di cui fornisce la lista; egli dichiara di avere distribuito pressochè tutto l’importo a delle organizzazioni sociali non governative. «Cosa c’è di meglio» ha affermato Duran «che rubare a chi ci ruba i soldi tutti i giorni e distribuire tali somme tra i gruppi che denunciano tale situazione e cercano di costruire delle alternative?»

Duran ha anche inserito una video intervista su internet, ma ha poi lasciato il paese. Se fosse processato e condannato, rischierebbe sino a sei anni di carcere. Ha dichiarato che quando ha iniziato la sua azione era già preparato a tale eventualità.


Tratto da www.finansol.it

Banche ipocrite? Incorreggibili, direi...

Segnalo la Candid Bank - giovedì 2 ottobre 2008, in piena crisi finanziaria globale - apparsa su Plus, inserto del Sole 24 Ore di sabato scorso:

Banca UBI. Ad un cliente che chiede come investire 30 mila euro l'impiegato consiglia:
- BOT a un anno;
- Obbligazioni della Banca pop. commercio e industria a tre anni.
Alle osservazioni del (finto) cliente ribatte che "dovrebbe fallire proprio la Commercio & Industria" e che "per ora non ci sono preoccupazioni".
Mentre dei BOT indica il rendimento al netto delle tasse, per le obbligazioni il lordo.

Banca Intesa San Paolo. "Guardi le consiglio l'obbligazione Intesa San Paolo a 2 anni che è molto conveniente: siamo noi la banca, sappiamo quello che vendiamo."
E in azioni? "Abbiamo inostro fondo azionario Italia che oggi vale il 6% in meno: se entra adesso può tranquillamente guadagnarci nel giro di qualche anno."
Insomma, se devo investire 50 mila euro?
"Io le dico: 20 mila nell'azionario Italia di Intesa SanPaolo e 30 mila in obbligazioni come quella di cui le parlavo".

Non sono ipocriti, arroganti e omertosi.
Sono incorreggibili venditori di spazzole.
Solo che le spazzole fanno meno male!

I comportamenti "assurdi" delle banche Usa

Negli Usa, alcuni anni fa, hanno iniziato a diffondersi con forza i mutui a tasso variabile.

Le banche facevano una cosa, a mio parere, assurda: "qualificavano" le persone sulla prima rata del mutuo a tasso variabile, che era bassa non solo perché in quel momento i tassi erano ai minimi; ma anche perché venivano applicati i teaser weight (tassi più "favorevoli" per attirare il mutuatario, ndr) e si pagava meno di quello che si sa-` rebbe dovuto sborsare in futuro.

Di conseguenza, anche`se il costo del denaro non cresceva, il primo pagamento vero, da fare dopo un anno, era più alto. Un meccanismo che lasciava stupefatti. Peraltro, tutto ciò è niente in confronto a quello che è arrivato dopo, con i mutui con soli interessi e poi l`ammortizza`zione negativa.

Le conseguenze? In un mercato troppo euforico, quale quello degli ultimi anni, una valanga di persone è stata indotta-ad assumersi rischi sconsiderati. Il problema, insomma, è generale: da un lato vengono costruiti prodotti sempre più sofisticati; dall`altro si hanno sempre meno scrupoli nello sfruttare le debolezze umane.

dal Sole 24 Ore del 2 ottobre 2008
parole di Luigi Zingales