La messa fa bene alla destra (e male all'Italia)

Secondo i dati di un recente sondaggio voluto da Libero (e realizzato da Ipsos) i cattolici si confermano spina dorsale della destra italiana in politica (e nella società).

Che li delude (se si votasse oggi, il 48,7 per cento dei praticanti e il 40,3% dei non praticanti diserterebbe le urne), ma che non mollano: il 24,1 per cento dei praticanti voterebbe centrodestra, l’8,3 per cento il centro e il 18 per cento il centrosinistra.

Sono interessanti i confronti tra le intenzioni di voto di oggi tra i cattolici praticanti rispetto a quelle stimate alle politiche del 2008 e poi un anno fa. Oggi il 37,2% dei praticanti voterebbe per il Pdl, contro il 34,4% di un anno fa e il 41,3% del 2008. L’8,6% dei cattolici praticanti indicherebbe la Lega. In totale, il centrodestra è al 47% contro il 49,1 per cento di un anno fa e il 51,8% del 2008. Nel Terzo Polo, l’Udc è al 10,9% e il centro, nel suo complesso, è al 16,2%. Nel centrosinistra, il Pd è accreditato di un 24,2%: in aumento rispetto al 22,2% del 2010, ma in calo sul 26,5% del 2008.

Illuminante la ripartizione delle intenzioni di voto per "intensità" di cattolicesimo:
- tra coloro che sono parte attiva della Chiesa, la forbice destra sinistra è di 6 punti percentuali;
- tra coloro che assistono regolarmente alla messa, la forbice arriva a 8 punti;
- tra coloro che vanno a messa in media una volta al mese diventano 9 punti percentuali;
- tra coloro che invece vanno a messa solo per le grandi celebrazioni, la relazione si ribalta e il voto per il centrosinistra supera di 14 punti percentuali quello di destra.

In sintesi, l'Italia continua ad essere guidata dalla pancia del peggior conformismo sociale - leggi cattolicesimo - che vota a destra per non sbagliarsi, così come va a messa - ogni tanto - per sentirsi "a posto".

Una domanda alla sinistra, o sedicente tale: ha ancora senso inseguire questo voto? o non conviene forse guardare oltre?