Il Condor va in piazza


Basta coi Belpietri, i Feltrini e i Tarantini. Sono stufo di essere preso per il cul da ogni straniero che incrocio sull'aereo o in qualche riunione di lavoro. Mi fa rabbia vedere il mio paese dileggiato sulla BBC. Non posso prendermela con chi fa emergere la merda che abbiamo nascosto sotto il vestito da sera: Santoro, Lerner, Travaglio. Nessuno di loro mi entusiama. Spesso li trovo noiosi e troppo compiaciuti di sé. Ma - sia chiaro - non è loro la responsabilità se il presidente del consiglio del mio paese pensa solo a fare soldi, adulare il proprio ego con qualche disgraziata del sud (a cosa serve, sennò, tenerlo soggiocato, 'sto sud?), trastullare il proprio ormai spento membro. Siamo una ex democrazia, a forte rischio. Sempre più vicina all'est Europa o al Mediterraneo dei dittatori.
E allora, domani, è ora di andarci in piazza. Alle 15,30 a Roma da Piazza del Popolo. Con le campane, le pentole, i passeggini coi bambini e i coriandoli. Per affermare forte il diritto di parola e di stampa in questo paese. Per stare accanto a coloro che ogni giorno lo esercitano con coscienza. Per far vedere a quelli che ancora non l'hanno capito che c'è una parte d'Italia che vuole liberarsi dello psiconano e della sua corte di viscidi servitori.