L'affruntata e i veri sfrontati

L'affruntata, celebrata nel paesino calabrese di Sant'Onofrio, è diventata simbolo della lotta alla 'ndrangheta dopo la decisione di impedire alle “persone chiacchierate” di portare le statue in processione e le intimidazioni ricevute dal priore della confraternita.

"Una processione non deve diventare simbolo della lotta alla criminalità ma certo un segnale forte è stato dato”, dice Don Vattiata, che non condivide la lettura di chi parla di un successo a metà, di molta gente rimasta a casa per paura.

“La paura – premette Don Antonino - è un sentimento normale: non mi sento di condannare i santonofresi che ieri non sono venuti in piazza. E' normale in un territorio permeato da una criminalità che è spavalda, arrogante e che per esempio ha minacciato anche me negli ultimi giorni per l'attività che svolgo con Libera. Rimane il fatto – prosegue Don Vattiata - che la piazza ieri era piena così come avviene ogni anno. Anche la chiesa era affollatissima. Non solo, abbiamo ricevuto l'abbraccio e l'incoraggiamento ad andare avanti anche da parte della gente semplice, degli anziani, delle persone che comunque hanno sfidato a viso aperto, partecipando alla processione, certe logiche mafiose. Per me il risultato è positivo, la maggioranza delle persone non ha ceduto alla paura”.

Il difficile – secondo il prete di Libera – arriva adesso: il rischio è che, spenti i riflettori dei media nazionali, tutto torni come prima e il segnale positivo si ripieghi su se stesso. Peggio: “Non sono da escludere rivendizioni o rappresaglie: l'attenzione deve rimanere massima oggi, domani e tutti i giorni a venire”. La tentazione da parte dello Stato centrale, invece, può essere quella di chiudere gli occhi, di disinteressarsi di Sant'Onofrio, del vibonese e di tutta la Calabria: “Le intenzioni del prefetto di Vibo Valentia, Luisa Latella – argomenta don Vattiata - sono assolutamente buone ma da sola può risolvere poco. Qui c'è un altro problema: il governo centrale dov'è? Lo Stato a livello verticistico dov'è? Perché, a seguito di questi fatti, non sta potenziando l'organico della Magistratura e delle forze dell'ordine? Perché non fa un discorso serio per Vibo Valentia come accade per Caserta o Reggio Calabria?”.

Interrogativi pesanti come pietre.