Peccato che abbia completamente sbagliato mira, dimenticando di essere sottosegretario del governo in carica. Guido Crosetto. Un inetto.
Finanza, politica, economia, arte, spettacolo, sport... Le informazioni che gli altri non vi danno e i giudizi senza rete del Condor. Che scende voracemente in picchiata su tutto. Tanto, si sa, di vivo ormai c'è poco...
Se Crosetto fa rima con inetto
Peccato che abbia completamente sbagliato mira, dimenticando di essere sottosegretario del governo in carica. Guido Crosetto. Un inetto.
Arriva "Il Ruvido"
Sedici pagine a colori, a un euro, con articoli e vignette di Marco Presta, Greg, Enrico Vaime, Portos, Gianni Fantoni, Bebo Storti, Margherita Hack (che curerà l'oroscopo) e molti altri ancora.
Se lo compriamo, continuerà ad uscire...
IL - L'ignorante lurido del Sole24Ore
Ma qualcuno me lo ha poggiato sulla scrivania e allora un occhio ce lo butto. Le solite tonnellate di carta patinata, costosa, pesante, inquinante e vuota. Ossia piena, ma di pubblicità fighetta.
Tò, becco un'intervista a Toni Negri. Si vede che per i confindustriali fa radical chic parlare con il teorico dell'autonomia operaia. Peccato che l'intervista è illeggibile. Non uno, due o tre errori, ma un continuum di refusi. Che fa pensare che neanche l'abbiano riletta. Né l'autore né qualche altro redattore.
A meno di non convincersi che IL sta per "ignorante lurido" e che così la scaltra lobby industriale italiana pensi di allevare la nuova classe dirigente. Allora sì...
Richard Stallman sulla morte di Steve Jobs
As Chicago Mayor Harold Washington said of the corrupt former Mayor Daley, "I'm not glad he's dead, but I'm glad he's gone." Nobody deserves to have to die - not Jobs, not Mr. Bill, not even people guilty of bigger evils than theirs. But we all deserve the end of Jobs' malign influence on people's computing.
Unfortunately, that influence continues despite his absence. We can only hope his successors, as they attempt to carry on his legacy, will be less effective."
Sono le parole con cui Richard Stallman, il profeta del software libero, ha salutato la morte di Steve Jobs. A qualcuno sono sembrate troppo forti. Qualcuno addirittura ritiene che nuocciano alla causa dell'open source.
Al Condor son sembrate salutari, nel clima stucchevolmente elegiaco diffusosi in tutto il mondo.
E' un bene che qualcuno continui a ricordare che "non ci meritiamo che l'informatica sia una gabbia dorata".
Filosofi in libertà
Alcune frasi:
"il cittadino è stanco di chi non sa amministrare nell'interesse della collettività"
"se la destra piange, la sinistra non ride"
"i giovani si aspettano da noi un segno di attenzione"
Serve un filosofo per queste pillole di saggezza? Ma la Rai lo paga? Oppure a Floris basta che qualcuno alzi il sopracciglio e tenga un tono di voce basso perchè sembri saggio?
Antiseri, fa assonanza con Antani, questa sì che sarebbe saggezza!
Fascisti nelle imprese
Detto ciò, stupisce ugualmente il fiorire di espliciti richiami fascisti nelle associazioni di imprese.
Lo si è visto all'ABI, Associazione Bancaria Italiana, dove il Segretario Generale Federico Pascucci non ha pudori ad esporre davanti ai suoi uffici un busto del Duce.
E ora lo si vede pure in Casartigiani, la minore delle associazioni di rappresentanza degli artigiani, il cui Vice Segretario Generale, Leopoldo Facciotti, sfoggia un'appariscente croce celtica penzolante dalla cintola (vedi foto accanto).
Cosa ci dovremo aspettare dal prossimo presidente di Confindustria?
La fatica della cooperazione in finanza
Così, per l'opinione pubblica diffusa, l'mmagine della cooperazione viene associata a quella delle vicende di un complesso carrozzone quale Banca Popolare di Milano. Qualche opinionista ne approfitta per vomitare tutto il suo risentimento verso la "forma cooperativa" in generale, confondendo capre con cavoli.
E addirittura la Banca d'Italia, pare, chiede al Cda della banca di "tirare fuori i lavoratori dalla gestione della cooperativa". Come a dire: trasformiamola in s.p.a. Come e a dire: così sì che si risolvono i problemi di governance.
Ma Ponzellini, lì, chi ce l'ha messo? i dipendenti della banca? o - come hanno scritto tutti i giornali ai tempi - una politica invasiva, con a capo il ministro Tremonti?
E la forma s.p.a. (con risultati a due cifre nel conto economico) ha forse salvato Alessandro Profumo dall'ingerenza della politica in Unicredit?
Insomma, se qualche sindacalista furbetto e un po' di dipendenti fannulloni riescono a tenere in scacco un'assemblea forse il problema non è nella forma cooperativa, ma nel modo in cui essa si realizza. Rivedere i regolamenti assembleari. Favorire la partecipazione di tutti i soci. Introdurre forme innovative di voto e intervento in assemblea. Queste sono le soluzioni per migliorare la governance di una cooperativa.
Non trasformarla coattivamente, o de facto, in una s.p.a.
Tempi duri per l'economia cooperativa. Soprattutto se vuole occuparsi di finanza.