Nonprofit giapponese e miopia italiana

Con il terremoto, i giapponesi hanno capito l'importanza che può avere un settore nonprofit sviluppato.

Nella regione di Tohoku sono stati quasi mezzo milione i volontari che hanno svolto compiti fondamentali: dando pasti, sostenendo psicologicamente i parenti delle vittime, restituendo buon umore ai bambini. Insieme, e a volte al posto, delle strutture pubbliche in difficoltà.

Così, poche settimane fa, il governo ha reso fiscalmente deducibili per il 50% le donazioni al nonprofit, che prima lo erano solo per meno del 10%.
E verranno semplificate le procedure che un'organizzazione deve sostenere per essere riconosciuta come nonprofit: si stima infatti che oggi, sulle circa 90 mila organizzazioni censite, solo 223 godano di tale riconoscimento.

L'auspicio, per i giapponesi, è che queste misure possano aiutare lo sviluppo della società civile.

La certezza, per noi italiani, è che il loro governo sta facendo molto più del nostro.