Antonio Socci, comico (involontario)?

C'è da chiedersi se ne sia consapevole. Se sia materia di cinismo o pura idiozia.

Perchè Antonio Socci è degno dei cinegiornali che tragicamente (ma anche, visti oggi, assai comicamente) cercavano di tenere a galla la reputazione del regime mussoliano ormai allo sfascio.

In questo fa buona compagnia a Belpietro, Minzolini, Feltri, Ferrara eccetera.
Ma forse nessuno di questi, tranne il Fede ubriaco di potere e sesso (lo scopriamo ora) che metteva le bandierine inneggiando al capo, sarebbe arrivato a tanto.

L'elegia che di Alfano Socci ha sritto su Libero è un capolavoro. Di comicità - ripeto, c'è da chiederselo - involontaria.

Frasi come:

"ha tutti i pregi del leader"

"incarna
il meglio della seconda repubblica avendo assimilato la novità della comunicazione berlusconiana e appartenendo alla generazione della modernità televisiva"

"difende dagli attacchi il leader fondatore del suo schieramento sia per lealtà (qualità rara in politica), sia perché convinto del valore storico dell`innovazione berlusconiana. Senza servilismi, con dignità e argomenti solidi"

"Alfano ha accettato nel 2008 di prendersi una grana colossale, la responsabilità del ministero della Giustizia, da cui tutti fuggivano come si fugge dalla peste. Ebbene, da quell`incarico "che non lasciò già mai persona viva", è uscito dopo tre anni a testa alta, avendolo svolto con competenza, con dignità, equilibrio e sapendo ascoltare la magistratura, ma anche sapendo tenere il punto con grinta nelle controversie con soggetti difficili come i magistrati italiani"

"Lui potrebbe essere il Kennedy del centrodestra italiano".

I commenti sono superflui. Solo mi dispiace per Stefano Benni. Ha trovato finalmente un degno concorrente sul piano della comicità surreale.