Antonio Ricci è un coglione

Non è politicamente corretto dirlo. Ma lui, che è spiritoso, perdonerà il Condor.

Ritengo sul serio che il mito di Antonio Ricci come uomo di sinistra prosperato alla corte di Berlusconi sia una sonora stronzata. Non sta in piedi.

Semplicemente perché è falsa la premessa: Ricci non è di sinistra, almeno non nel profondo. Non di più dei "compagni" Fini o Ferrara.

Ogni volta che qualcuno lo intervista, dietro i sorrisetti, sotto le allusioni, in fondo ai giri di parole, non c'è nulla, null'altro che vanagloria e un penoso egocentrismo. Non diverso da quello degli adolescenti cui in media - non a caso - in gran parte si rivolge con le sue trasmissioni, da Drive in a Striscia.

Nulla di male. Beato lui che è riuscito a fare i soldi continuando a cazzeggiare come in terza media. E meno beati noi che abbiamo subito le sue trasmissioni sempre più involgarite e "tele-promozionali". Ma di questo lui non ha colpe. È stato strumento di chi, sopra di lui, lo ha usato prima per fare i soldi poi per ubriacare il popolo.

Lui continua a pensare, e a raccontare, di averlo "fregato". E ciò non lascia più dubbi.
È proprio un coglione.