In un paese tollerante, aperto e solidale non avrebbe senso porsi il problema. In Italia sì. Così fa (piccola) notizia che - secondo una recente indagine - nella sala d'aspetto di un pronto soccorso, tra italiani e immigrati irregolari, non ci sono differenze. L'indagine è stata realizzata dal Naga, condotta in collaborazione con un gruppo di medici di Medicina generale dell'ospedale di Monza.
Lo studio del Naga - che si scarica qui - ha messo a confronto 974 diagnosi effettuate nel mese di ottobre ai cittadini stranieri irregolari che sono stati curati presso l'ambulatorio del Naga con 981 diagnosi effettuate a pazienti italiani di pari età che si sono rivolti ad ambulatori di medicina generale di Monza. Malattie ginecologiche, cardiovascolari, metaboliche ed endocrine incidono egualmente nella popolazione italiana e in quella immigrata. Le malattie respiratorie invece, quelle gastroenteriche e psichiche, le malattie gravi sono invece meno presenti negli immigrati irregolari rispetto agli italiani. Tra gli stranieri invece sono più diffusi i dolori alle ossa, le malattie della pelle (queste ultime meno rilevanti in termini di salute).
Questa ricerca permette di confermare la teoria del "migrante sano". Soggetti giovani, tendenzialmente sani, ma che si ammalano a causa delle difficili condizioni abitative e lavorative che devono affrontare. Precarie condizioni di vita, mancanza di informazioni e scarso accesso alle strutture sanitarie gravano pesantemente sul benessere degli immigrati, portando a esaurimento il "patrimonio di salute" di cui è portatore.