Dalle nostre parti le notizie sulla possibile catastrofe nucleare in Giappone sono tutte accompagnate da confortanti assicurazioni di espertissimi: "Il pericolo è grave per loro, ma per nostra fortuna e anche un po' di euforia, la contaminazione non arriverà mai in Italia. Cari ascoltatori, lettori nostrani, politici d'ogni colore, mafiosi, ladri naturali, escort patentate, state tranquilli e contenti!".
Sulla catastrofe giapponese, c'è un'inflazione di immagini in tv e sul web vendute a caro prezzo. I giornali aumentano le tirature. Toni di grande cordoglio e di improvvisate competenze sulle centrali nucleari. D'accordo, fa parte della cultura consumistica, ma che c'entra l'amore per il prossimo cristiano, con cui si chiudono le notizie: «Molti morti, ma gli italiani fortunatamente tutti salvi»
Il Giappone, uno dei paesi più ricchi della Terra, ha chiesto aiuto all'Occidente. Anche l'Italia si è offerta. La risposta «Voi no». Perché? Le ipotesi sono: «Siete forse più malmessi di noi». «Avete un'esperienza molto limitata sul nucleare». «Abbiamo già i cani coreani, ma temiamo che l'intervento di vostre squadre di soccorso, potrebbe causare saccheggi del tutto estranei alla nostra storia».
... dalla rubrica "il benpensante" del manifesto.
Se poi non vi convincono gli appelli confindustriali a "rimuovere la moratoria, passata la paura", potete approfondire tutte le ragioni per il no al nucleare leggendo gli scritti, sempre illuminanti, di Giorgio Nebbia, oppure il bell'articolo di Guglielmo Ragozzino, un'arguta intervista al Nobel Rubbia...