Le borse matrioska preparano il grande botto

Il paradosso (assai rischioso) continua: la borsa che si quota in borsa e poi si fonde con un'altra borsa è l'emblema del distacco della finanza dall'economia, ancora più di quanto lo siano gli strumenti derivati.

Anche questo gioco, come quello dei derivati e degli hedge fund, non ha un freno, nessuno se ne preoccupa, le autorità lo ignorano finchè non gli scoppierà in mano.

Così, tra poco, la borsa italiana, già fusa con Londra, si fonderà con Toronto. "Siamo in fase di presentazione alle autorita' canadesi. I tempi sono ancora lunghi"ha detto Raffaele Jerusalmi, amministratore delegato di Borsa Italiana, a margine di una audizione in Senato.

Interpellato sulle implicazioni della fusione per la Borsa Italiana Jerusalmi ha aggiunto: "La scelta della fusione con Londra e' stata vincente perche' altrimenti si rischiava di trovarsi isolati. Alle fusioni non ci sono alternative - ha aggiunto Jerusalmi riferendosi al risiko nel settore dei mercati regolamentati che sta coinvolgendo anche il Nyse, Euronext e la Borsa di Francoforte.

Peccato che restino delle forti preoccupazioni sulle capacità di tenuta di un sistema che - proprio come per le grandi banche di affari Usa - rischia di diventare "too big to fail".

Si prenda il caso dei guasti tecnici avuti la scorsa settimana. Non era mai successo che contemporaneamente (o quasi, a distanza di un giorno) Milano e Londra si fermassero per guasti tecnici. Secondo Jerusalmi, lo stop alle contrattazioni e' stato solo "casuale".

Vi fidate? gli dareste in gestione una "terza" borsa?