Tremonti e il nero (porcatroiaporcaputtana)

Qualcuno è stupito.

Secondo Milanese, il parlamentare consigliere economico amante dei cinepanettoni, Tremonti non era suo ospite "a gratis", ma pagava almeno la metà degli 8500 euro mensili di affitto.

Ovviamente in nero.

Sergio Romano sul Corsera se n'è sorpreso. Sorpreso che chi ha difeso così bene (?) la finanza pubblica si sia macchiato di simile "scivolone".

Probabilmente Romano, e tanti con lui, ha memoria corta.

Dimenticando che il nostro super-ministro era un commercialista. Che ha tolto dal codice penale il falso in bilancio. Che ha inventato lo "scudo fiscale" per gli evasori totali.

Nulla di strano, dunque. Lo strano è chi dimentica (o fa finta di dimenticare) il passato di Tremonti.

Che conta. Eccome se conta.

Porcatroiaporcaputtana.

Lettera dall'Albania

La scrittrice albanese Elvira Dones ha scritto questa lettera aperta al premier Silvio Berlusconi in merito alla battuta del cavaliere sulle "belle ragazze albanesi". In visita a Tirana, durante l'incontro con Berishia, il premier ha attaccato gli scafisti e ha chiesto più vigilanza all'Albania.
Poi ha aggiunto: "Faremo eccezioni solo solo per chi porta belle ragazze".

oggetto: lettera aperta della scrittrice albanese Elvira Dones

Nata Femmina

"Egregio Signor Presidente del Consiglio, le scrivo su un giornale che lei non legge, eppure qualche parola gliela devo, perché venerdì il suo disinvolto senso dello humor ha toccato persone a me care: "le belle ragazze albanesi".

Mentre il premier del mio paese d'origine, Sali Berishia, confermava l'impegno del suo esecutivo nella lotta agli scafisti, lei ha puntualizzato che "per chi porta belle ragazze possiamo fare
un'eccezione".

Io quelle "belle ragazze" le ho incontrate, ne ho incontrate a decine, di notte e di giorno, di nascosto dei loro magnaccia, le ho seguite da Garbagnate Milanes e fino in Sicilia. Mi hanno raccontato sprazzi delle loro vite violate, strozzate, devastate. A "Stella" i suoi padroni avevano inciso sullo stomaco una parola: "PUTTANA".

Era una bella ragazza con un difetto: rapita in Albania e trasportata in Italia, si rifiutava di andare sul marciapiede.

Dopo un mese di stupri collettivi ad opera di magnaccia albanesi e soci italiani, le toccò piegarsi.

Conobbe i marciapiedi del Piemonte, del Lazio, Liguria e chissà quanti altri. E solo allora / tre anni più tardi / che le incisero la sua professione sulla pancia: così, per gioco o per sfizio.

Ai tempi era una bella ragazza, sì. Oggi è solo un rifiuto della società, non si innamorerà più, non diventerà mai madre e nonna.

Quel "puttana" sulla pancia le ha cancellato ogni barlume di speranza e di fiducia nell'uomo, il massacro di clienti e dei protettori le ha distrutto l'utero.

Sulle "belle ragazze" scrissi un romanzo, pubblicato in Italia con il titolo "SOLE BRUCIATO". Anni più tardi girai un documentario per la tivù svizzera: andai in cerca di un'altra bella ragazza, si chiamava Brunilda, suo padre mi aveva pregato in lacrime di indagare su di lei.

Era un padre come tanti altri padri albanesi ai quali erano scomparse le figlie, rapite, mutilate, appese a testa in giù in macellerie dismesse se osavano ribellarsi.

Era un padre come lei, Presidente, solo meno fortunato. E ancora oggi il padre di Brunilda non accetta che sua figlia sia morta per sempre, affogata in mare o giustiziata in qualche angolo di periferia.

Lui continua a sperare, sogna il miracolo. E' una storia lunga, Presidente...

Ma se sapesi di poter contare sulla sua attenzione, le invierei una copia del mio libro, o le spedirei il documentario, o farei volentieri due chiacchiere con lei.

Ma l'avviso, signor Presidente: alle battute rispondo, non le ingoio. In nome di ogni Stella, Bianca, Brunilda e delle loro famiglie queste poche righe gliele dovevo.

In questi vent'anni di transizione, l'Albania s'è inflitta molte sofferenze e molte ferite con le sue stesse mani, ma nel popolo albanese cresce anche la voglia di poter finalmente camminare a spalle dritte e testa alta.

Credo che se lei la smettesse di considerare i drammi umani come materiale per battutacce da bar a tarda ora, non avrebbe che da guadagnarci.

Questa "battuta" mi sembra sia passata sottotono in questi giorni in cui infuriano varie polemiche, ma si lega profondamente al pensiero e alle azioni di uomini come Berlusconi e company; pensieri e azioni in cui il rispetto per le donne è messo sotto i piedi ogni giorno, azioni
che non sono meno criminali di quelli che sfruttano le ragazze albanesi, sono solo camuffate sotto gesti galanti o regali costosi.

Mi vergogno profondamente e chiedo scusa anch'io a tutte le donne albanesi.

Merid Elvira Domes

P.S. Tutte le persone che ricevono la presente comunicazione spero sentano l'obbligo civile e morale di trasmetterla ad altre persone.

Grazie Elvira

Della qualità

Scrive Michele Serra nella sua amaca a proposito del degrado del giornalismo rappresentato dall'affaire-Murdoch: il problema è mondiale: la società di massa ha creato un nesso forte e chiaro tra la cattiva qualità e il successo commerciale. Accade per i cibi, per il giornalismo, per la politica, per il turismo, per tutto.

E già...

Rischio Italia per le banche francesi

Secondo l'autorevole Lex Column del Financial Times, le banche francesi ora rischiano grosso.

Non solo sono le banche più esposte nei confronti della Grecia, ma pare lo siano anche verso l'Italia.

Così è accaduto che le azioni di BNP Paribas, che controlla BNL, hanno perso il 14% dal 1 luglio.

Quelle di Credit Agricole, che controlla CariParma, sono scese del 18%.
Ma Tremonti e Mussari non giurano che le nostre banche sono sane?

Soldi di carta per le piccole imprese del turismo

Si sa che la ministra Michela Vittoria Brambilla è maestra nel vendere fumo (non di quello buono, purtroppo). E si sa che le banche, che annasapano nei parametri di Basilea, son costrette a far lo stesso per dimostrare la loro utilità sociale, e continuare a giustificate i grassi dividendi che hanno ricominciato a distribuire.

L'accoppiata Brambilla-banche è perciò strepitosa. "3,6 miliardi per le PMI" dichiarano all'unisono senza indugio. E che vuole dire?

Vuole dire che gli amministratori di Intesa San Paolo, Unicredit, Monte dei Paschi, Bnl, Banco popolare, Banca popolare di Milano, Banca popolare di Sondrio, Banca popolare dell`Emilia Romagna si sono messi intorno ad un tavolo a Palazzo Chigi a sparare cifre, sicuri che tanto nessuno verificherà...

IntesaSanPaolo «ha aumentato il plafond da 600 milioni a un miliardo». UniCredit ha messo a disposizione un plafond dì 700 milioni.

Il carico da 11 ce lo mette l'irrefrenabile Mussari, di MPS: «Dall`inizio dell`anno sono 784 i milioni di euro da noi erogati per il turismo in Italia. Sottoscriveremo questo nuovo plafond di 75o milioni, aumentando quindi gli originari 5oo. Il punto sarà riuscire a essere quanto più flessibili possibile. Le banche uno sforzo devono e possono farlo». Lo dirà come presidente ABI?

Il presidente di Bnl Luigi Abete ha confermato «un plafond di 500 milioni» con l`obiettivo «di aiutare le imprese più piccole a crescere». Massimo Ponzellini, presidente di Bpm sottolinea «l`eroismo degli operatori» a fronte «del colpevole silenzio sulle infrastrutture». Non male da parte del presidente di Impregilo...

Brava Brambilla! che potrà dire di aver fatto qualcosa di concreto per le imprese del turismo. Si merita proprio un bacio...

Le parole di Scooter

Lo abbiamo già ricordato, il buon Clarence.
Ma meritano ugualmente di essere riportare le parole scelte da Bruce Springsteen nel suo saluto all'amico scomparso, tradotte da qualche meritorio fan in rete:

Sono rimasto qui seduto ad ascoltare tutti che parlavano di Clarence, e a guardare quella foto di noi due. È un’immagine di Scooter e The Big Man, personaggi che qualche volta eravamo [il riferimento è a una canzone di Springsteen, Tenth Avenue Freeze-Out, che racconta la storia della formazione della E Street Band, NdR]. Come potete vedere nella foto, Clarence si sta ammirando i muscoli e io cerco di non farci caso mentre mi appoggio a lui. Mi sono appoggiato molto a Clarence; in un certo senso, ci ho costruito sopra una carriera.

Quelli di noi che hanno condiviso la vita di Clarence, hanno condiviso con lui il suo affetto e la sua confusione. Anche se “C” si addolcì con gli anni, era sempre in movimento, selvaggio e imprevedibile. Oggi vedo seduti qui i suoi figli Nicky, Chuck, Christopher e Jarod, e vedo riflesse in loro molte delle qualità di “C”. Vedo la sua luce, la sua oscurità, la sua dolcezza, la sua asprezza, la sua gentilezza, la sua rabbia, la sua brillantezza, la sua bellezza e la sua bontà. Ma, come voi ragazzi sapete, vostro padre non era una passeggiata. “C” visse una vita in cui ha fatto quello che voleva fare, e ha lasciato cadere dove volevano i frammenti, umani o di altro genere. Come molti di noi, vostro papà era capace di momenti di grande magia, ma anche di fare un discreto casino. Questa era, semplicemente, la natura del vostro papà e del mio stupendo amico. L’amore incondizionato di Clarence, che era molto reale, si esprimeva a un sacco di condizioni. Vostro papà era come un grande cantiere, e c’erano sempre lavori in corso. I percorsi di “C” non erano mai lineari, la sua vita non andò mai lungo una linea retta. Non andava mai così: A… B… C… D. Era sempre una cosa come A… J… C… Z… Q… I…! Questo era il modo in cui ha vissuto Clarence e con cui si è fatto strada nel mondo. So che questo può farvi soffrire e confondervi, ma vostro padre era una persona che aveva in sé molto amore, e so che amava molto ciascuno di voi.

Ci voleva un sacco di gente per occuparsi di Clarence Clemons. Tina, sono molto contento che tu sia qui. Grazie per esserti presa cura del mio amico, per avergli voluto bene. Victoria, tu sei stata una moglie amorevole, gentile e attenta per Clarence, e hai fatto una grande differenza nella sua vita, in un periodo in cui le cose andavano sempre bene. A tutti coloro che hanno fatto parte del gruppo di persone che hanno aiutato “C”, troppi per essere nominati ad uno ad uno: voi sapete chi siete e vi ringrazio. La vostra ricompensa vi aspetta ai cancelli del cielo. Il mio amico era un osso duro, ma ha portato nella vostra vita alcune cose che erano uniche: e quando accendeva quella luce, quella dell’amore, illuminava il vostro mondo. Sono stato abbastanza fortunato da restare in quella luce per quasi 40 anni, vicino al cuore di Clarence, nel tempio dell’anima.

E ora un po’ di ricordi: fin dai primi giorni in cui io e Clarence abbiamo viaggiato insieme, tiravamo fino all’ora di ritirarci nelle nostre camere, e in pochi minuti “C” trasformava la sua in un mondo a parte. Venivano fuori le sciarpe colorate da stendere sopra le lampade, le candele aromatizzate, l’incenso, l’olio di patchouli, le erbe; la musica e il giorno in giro venivano messi da parte, lo spettacolo andava e veniva, e Clarence lo Sciamano regnava e faceva le sue magie, notte dopo notte. La capacità di Clarence di divertirsi era incredibile. A 69 anni se l’era passata alla grande, perché aveva già vissuto almeno dieci vite, 690 anni nella vita di un uomo medio. Ogni notte, in qualsiasi luogo, la magia saltava fuori dalla sua valigia. Appena il successo glielo permise, anche la stanza dei suoi vestiti si riempì degli stessi trucchi della sua stanza dell’albergo: fino a che una visita in quel guardaroba non diventò come un viaggio in una nazione straniera che ha appena trovato enorme riserve di petrolio. “C” sapeva sempre come vivere. Molto prima che Prince venisse svezzato, un’aria di misticismo licenzioso era la regola nel mondo di Big Man. Io ci entravo dalla mia stanza, che aveva parecchi divani carini e qualche armadietto da spogliatoio, e mi meravigliavo delle cose che stavo sbagliando! A un certo punto, lungo la strada, tutto questo fu battezzato il Tempio dell’anima; e “C” presiedeva sorridente sui suoi segreti e i suoi piaceri. Essere ammessi alle meraviglie del Tempio era qualcosa di delizioso.


Frecce di merda

Mi capita raramente di prendere treni regionali laziali. Per Latina, per Cassino, per Orte. La bassa frequenza dei miei utilizzi non impedisce però un'altissima frequenza dei disagi.

Nella tratta per Orte mi è capitato di attendere un'ora oltre la data presunta di partenza, finché l'altoparlante di una fetida stazione ha comunicato che il treno era soppresso.

Lo stesso capita tornando da Cassino o da Latina. Quando va bene i tempi previsti raddoppiano: la durata del viaggio doveva essere 50'? Aspettatetevene almeno 100...

Quando poi si arriva a Termini, stremati da un viaggio surreale, si resta abbagliati dalle sfavillanti teste dei Frecciarossa, circondati da un nugolo di operai che li coccolano come star.

E che confermano la nostra sensazione di aver viaggiato su frecce di merda.

Il Suv di Antonio Giuliani

In una di quelle "fresche" inchieste tra cronaca locale e reportage da spiaggia delle pagine romane del Corriere della Sera apprendiamo che "l'attore e comico romano" Antonio Giuliani ha "dovuto prendere un Suv quando è nato mio figlio".

Quanto pesava questo bimbo alla nascita, 2 quintali? Aveva la roulotte di Moira Orfei per passeggino? O abitava forse in una tenda dentro al Circo Massimo?

Domande che sorgono spontanee nel cercare di capire l'ineluttabilità di una scelta - acquistare un Suv a Roma - che ai più pare incomprensibile. E molesta.

A proposito: ma chi è Antonio Giuliani?

L'autonomia (finanziaria) dello stilista

Illuminante la lettera di Giorgio Armani al Corriere della Sera di sabato 2 luglio.

Con argomentazioni lucide e sobrie, con estrema serenità intellettuale, lo stilista italiano spiega perché ritiene sbagliato quotare la sua azienda in borsa.

Innanzitutto, spiega come la borsa non sia l'unica strada per la crescita e lo sviluppo di un'attività imprenditoriale. Poi argomenta chiaramente la differenza tra imprenditori e finanzieri: mentre i primi lavorano per costruire nel tempo, i secondi pensano solo al risultato immediato.

Perché, dunque, si domanda Armani, dovrei mettermi nelle mani dei finanzieri, pur avendo i mezzi e la capacità di raccoglierne di ulteriori per i miei investimenti?

La borsa imbriglierebbe l'autonomia, la progettualità, la creatività.

Una bella lezione di economia per tutti quei soloni del mercato finanziario che non sanno vedere altre ricette ad una borsa dipinta come panacea, ma che attrae solo lo 0,05 per mille delle imprese italiane.

L'economia del noi esiste

Lo consigliano in tanti, e di quelli buoni.

Vale la pena leggerlo.
Si tratta del libro di Roberta Carlini: "L'economia del noi".

Un attraversamento dell'Italia delle piccole pratiche solidali, comunitarie, ecologiste.

Per ritrovare fiducia nella società italiana.
Per dare spazio alle corde migliori dell'economia. Che non è quella dell'io, appunto.

Dal libro, poi, Roberta ha tratto anche un sito.
Per continuare a discutere e a conoscere, come "noi" possiamo fare altreconomia.

Giusy dei supermercati

Gorgheggi insensati, arrangiamenti inadeguati, canzoni uguali l'una con l'altra. In taxi, in metropolitana, al supermercato, tocca sopportare il tormentone di questa Giusy Ferreri.

L'ennesimo prodotto a scaffale di un'industria dell'intrattenimento spremitutto. Disposta anche a torturarci le orecchie con sonorità moleste.

Nulla di nuovo? Forse. Ma il sospetto è che in questo caso qualcuno pensi seriamente di offrire un prodotto di qualità, che la tipa abbia talento.

Per favore, ascoltate il Condor: la voce di Giusy Ferreri è una cagata pazzesca (che Paolo Villaggio ci perdoni per l'impropria citazione).

Ditelo anche a lei, così forse la finirà di atteggiarsi a novella Mina (sic!).

Energie rinnovabili: quello che c'è da imparare dagli Usa

Quando il popolo italiano ha spazzato via il nucleare dallo scenario strategico delle politiche energetiche dei prossimi decenni, più di un commentatore ha suonato la carica delle rinnovabili.

E qualcun altro - forse ancora sotto shock per l'esito referendario - non ha mancato di sottolineare che con le rinnovabili il Paese non coprirà mai il proprio fabbisogno energetico.

Merita allora più di una riflessione la storia di una regione Usa in cui le diverse industrie da rinnovabile sono in un tale grado di sviluppo da contendersi la fornitura totale di un fabbisogno energetico già pienamente soddisfatto.

Si tratta del Nord-Ovest degli Stati Uniti, regione che ha deciso di limitare l'approvviggionamento da energia eolica, data l'aumentata capacità dei fiumi di generarne di idrica, causa le eccezionali nevicate dei passati inverno e primavera.

Ciò, ovviamente, fa innervosire le industrie dell'eolico, che vedono minacciati i profitti derivanti dai massicci investimenti sostenuti nel passato ventennio. Ma, a quanto pare, l'agenzia federale energetica (BPA - Bonneville Power Administration) è irremovibile: occorre concentrare l'utilizzo sull'idrico per evitare un eccesso di acqua fuori dalle dighe, nonchè per proteggere il ciclo di riproduzione dei salmoni, fortemente presenti nel fiume Colombia.

Investimenti, concorrenza, regia pubblica forte e rigorosa: ricetta semplice per avere il meglio dalle risorse naturali. Dalla quale, purtroppo, l'Italia è molto distante.

Acqua, referendum e sinistra trinariciuta

Qualcuno non la dice tutta, e molti hanno le idee confuse.

Qual è l'effetto del secondo quesito referendario affermatosi nell'ultima tornata elettorale? In sostanza viene resa illecita la remunerazione del capitale investito.

Cioè, da che mondo è mondo, da che azienda è azienda, da che bilancio è bilancio, del capitale proprio degli azionisti. Non si devono cioè distribuire dividendi, quella quota di utili che finiscono nelle tasche degli azionisti in proporzione al capitale detenuto.

Nulla vieta però che la gestione dell'acquedotto finisca in utile (faccia profitti) se questi verranno reinvestiti nell'azienda. È ciò che accade in ogni (sana) organizzazione nonprofit.
O nelle imprese cooperative, con poche differenze di dettaglio.

Per questo, nessuno può aspettarsi che dal successo di quel quesito referendario si determini un'automatica riduzione delle tariffe. Potrebbe essere un eventuale effetto, senza dubbio, ma non è affatto scontato, dipendendo da una pluralità di fattori: assetto proprietario, livello di indebitamento, efficienza gestionale, andamento dei volumi, eccetera eccetera.

Allora le polemiche in corso sulla gestione dell'Acquedotto pugliese risultano quanto mai bizzarre: perché non si capisce se siano mosse da profonda incomprensione rispetto a quanto appena detto o da malafede.

Trattandosi di discussione tutta interna alla peggiore (nel senso di iper-trinariciuta) sinistra c'è da aspettarsi che, ainoi, entrambi i citati fattori stiano agendo contemporaneamente.
I risultati non potranno che essere pessimi. Per la sinistra ciarlatana (c'è da augurarselo) o per l'Acquedotto pugliese (e sarebbe un peccato per i poveri abitanti del tavoliere). Oppure, al peggio, per entrambi.

Ovviamente, il tutto mentre i veri speculatori, senza che nessuno se ne accorga, già stanno tramando su come aggirare, loro sì, il dettato normativo.