L'autonomia (finanziaria) dello stilista

Illuminante la lettera di Giorgio Armani al Corriere della Sera di sabato 2 luglio.

Con argomentazioni lucide e sobrie, con estrema serenità intellettuale, lo stilista italiano spiega perché ritiene sbagliato quotare la sua azienda in borsa.

Innanzitutto, spiega come la borsa non sia l'unica strada per la crescita e lo sviluppo di un'attività imprenditoriale. Poi argomenta chiaramente la differenza tra imprenditori e finanzieri: mentre i primi lavorano per costruire nel tempo, i secondi pensano solo al risultato immediato.

Perché, dunque, si domanda Armani, dovrei mettermi nelle mani dei finanzieri, pur avendo i mezzi e la capacità di raccoglierne di ulteriori per i miei investimenti?

La borsa imbriglierebbe l'autonomia, la progettualità, la creatività.

Una bella lezione di economia per tutti quei soloni del mercato finanziario che non sanno vedere altre ricette ad una borsa dipinta come panacea, ma che attrae solo lo 0,05 per mille delle imprese italiane.