Quando il popolo italiano ha spazzato via il nucleare dallo scenario strategico delle politiche energetiche dei prossimi decenni, più di un commentatore ha suonato la carica delle rinnovabili.
E qualcun altro - forse ancora sotto shock per l'esito referendario - non ha mancato di sottolineare che con le rinnovabili il Paese non coprirà mai il proprio fabbisogno energetico.
Merita allora più di una riflessione la storia di una regione Usa in cui le diverse industrie da rinnovabile sono in un tale grado di sviluppo da contendersi la fornitura totale di un fabbisogno energetico già pienamente soddisfatto.
Si tratta del Nord-Ovest degli Stati Uniti, regione che ha deciso di limitare l'approvviggionamento da energia eolica, data l'aumentata capacità dei fiumi di generarne di idrica, causa le eccezionali nevicate dei passati inverno e primavera.
Ciò, ovviamente, fa innervosire le industrie dell'eolico, che vedono minacciati i profitti derivanti dai massicci investimenti sostenuti nel passato ventennio. Ma, a quanto pare, l'agenzia federale energetica (BPA - Bonneville Power Administration) è irremovibile: occorre concentrare l'utilizzo sull'idrico per evitare un eccesso di acqua fuori dalle dighe, nonchè per proteggere il ciclo di riproduzione dei salmoni, fortemente presenti nel fiume Colombia.
Investimenti, concorrenza, regia pubblica forte e rigorosa: ricetta semplice per avere il meglio dalle risorse naturali. Dalla quale, purtroppo, l'Italia è molto distante.