Fuori i bambini da Rai3

Ha sempre meno senso pagare il canone Rai. L'ultima notizia a conforto di tale decisione è la scelta di cancellare i programmi per bambini da RaiTre, da ottobre 2010. La ragione ufficiale? L’ottimizzazione dei costi e la necessità, in tempi di crisi, di risparmiare un po’.
Ma, in realtà, c'è tanto da ottimizzare (e da risparmiare) nella tv pubblica che si parte dai più piccoli proprio perché si pensa che siano un "soggetto debole", specie se protetto - nella televisione pubblica - dall'aggressività degli spot.
Saltano, così, alcune delle migliori trasmissioni - in assoluto - del già fiacco palinsesto pubblico:
- Melevisione,
- Trebisonda,
- il Tg dei ragazzi,
- il videogiornale del Fantabosco.

Forse i geni del Cda Rai ritengono che tutte le famiglie italiane debbano approvvigionarsi di programmi per bimbi fuori dalla tv generalista, presso i canali tematici, arrivati a 21 tra satellite e digitale.

Di fronte a questo ennesimo affronto all'idea di "servizio pubblico" non resta che riscoprire la teoria gandhiana della non violenza, che poi vuol dire disobbedienza civile, e in questo caso, obiezione di coscienza al pagamento del canone Rai. Con buona pace dei sofisti autoflagellanti della sinistra.