Curato dalla Freedom House, think tank americano indipendente, sostenuto dal 1941 anche con fondi governativi (non proprio dei gruppettari da centro sociale, dunque), il rapporto per il 2010 evidenzia le "preoccupazioni per la libertà di stampa in Italia, troppo concentrate nelle mani del premier" e la crescita "di comportamenti di stampo discriminatorio anche a causa delle politiche messe in atto dal governo".
Ma, è ovvio, son tutti comunisti. Comunque fa un certo effetto leggere dell'Italia come di un paese a libertà razionata ("partly free"). Finchè ce lo diciamo da soli, può passare per la solita esagerazione da bar, ma quando lo leggiamo su un rapporto internazionale in cui veniamo classificati insieme alla Turchia.... ci accorgiamo che non è una pagiuzza.